La diagnosi delle apnee ostruttive del sonno
23 Febbraio 2018 | Dora Bigolin
Osas,
l’importanza
della verifica
Molte volte l’argomento “russare” è motivo di battute goliardiche tra amici e la cosa viene vissuta in modo divertente, resta il fatto però che il compagno di letto non riesce a dormire.
Questo rappresenta sicuramente un problema, ma la peggio potrebbe averla chi russa se, insieme a questo sintomo, presenta anche apnee notturne, ossia arresti del respiro durante il sonno.
Si tratta di una condizione clinica con gravi conseguenze per la salute nonostante i sintomi iniziali possano sembrare di scarsa rilevanza. Ci si alza stanchi con la sensazione di non aver riposato bene la notte, risulta difficile concentrarsi al lavoro e durante il giorno si può accusare sonnolenza.
Col tempo possono sopraggiungere disturbi cognitivi con difficoltà della memoria e dell’attenzione, alterazioni dell’umore con depressione fino ad arrivare nel lungo periodo a problemi cardiaci e cerebrali.
Semplici segnali che possono essere la spia di una patologia molto importante e che dovrebbero spingere ad un approfondimento, se non altro per escludere di soffrire di questa patologia.
Come diagnosticare le apnee notturne
Così come misuriamo la pressione per sapere con certezza se è corretta, anche il respiro può venire monitorato durante la notte per poter disporre di dati oggettivi che accanto ai segni clinici permettono al medico di fare diagnosi di OSAS (sindrome delle apnee ostruttive nel sonno).
Esistono diversi livelli di registrazione che vanno da un semplice saturimetro da dito fino a una polisonnografia .
Il primo, molto elementare, rileva la saturazione di ossigeno nel sangue e la frequenza cardiaca e quindi gli episodi di desaturazione conseguenti alle apnee.La seconda, eseguita in laboratorio o ambulatorio, studia il sonno unitamente ai movimenti oculari e dei muscoli antigravitari del collo e delle gambe e altri parametri fisiologici durante il sonno, quali il respiro o flusso aereo, il rumore – russamento, l’attività dei muscoli respiratori coi movimenti di torace e addome, la saturazione ematica di ossigeno, la frequenza cardiaca, e la posizione del corpo.
Il Monitoraggio cardio-respiratorio
Esiste una via di mezzo che ben combina semplicità di esecuzione con attendibilità dei dati raccolti: si tratta della poligrafia o monitoraggio cardio respiratorio. Questa soluzione non monitora tutta la parte relativa al sonno, o polisonnografia, ma analizza la parte respiratoria, quindi flusso aereo, russamento, movimenti torace – addome, saturazione, frequenza cardiaca, posizione.
Questo semplice dispositivo si indossa mentre si dorme e permette di contare con precisione il numero di arresti del respiro e di conoscere la gravità del quadro e, cosa molto importante, associa l’evento respiratorio alla posizione nel sonno.
Molte volte fare diagnosi di malattia richiede un percorso lungo con tanti esami anche invasivi. Il quadro dell’osas fortunatamente inizia con segni che, per quanto semplici, sono comunque indicativi e la semplicità dell’iter diagnostico permette di fare uno screening sulla popolazione per poter intercettarla precocemente e agire di conseguenza.